I 10 drink più ordinati del 2024 – Drink Factory

Cocktail

I 10 drink più ordinati del 2024


Quali sono le tendenze della mixology di questo autunno/inverno? Leggi l’articolo e confronta la tua proposta drink con i più importanti trend.




21 Marzo 2025

Vi sentite persi e smarriti? La vostra Cocktail List non sta dando i frutti in cui speravate dopo mesi di prove e sperimentazioni? Niente paura, i periodi di down capitano a tutti. Quello che non dovete fare è perdere completamente la bussola su quello che è il mercato internazionale delle bevande miscelate. Ecco a voi un piccolo reminder su quali sono i drink più ordinati del 2024.

A elaborare la classifica più autorevole e consecutivamente più citata è la rivista britannica Drinks International. Data la nostra natura orgogliosamente curiosa, abbiamo voluto capire quali siano i parametri che guidano la stesura della lista. Ecco come funziona.

 

Come funziona la lista?

I giornalisti di Drinks International selezionano 100 tra i migliori locali incrociando le loro posizioni nelle classifiche dei più importanti premi del settore beverage: fra questi, il 50 World’s Best Bar, il Tale’s of the Cocktail Spirited Awards, il Top 500 Bars, alcuni concorsi continentali (come il North America’s e l’Asia’s 50 Best Bar) e altri di natura più nazionali (come il Class Bra Awards e il Time Out Awards). Nel caso specifico del 2024, i 100 bar sono distribuiti in 38 stati, di cui il 37% in Europa, il 18% in Nord America (comprensivo di Canada e Messico), il 17% in Asia, un altro 17% in Sud America (che ha registrato l’incremento percentuale più grande, raddoppiando il numero dei locali selezionati), il 6% in Africa e MedioOriente ed il 5% in Australia.

Ai locali esaminati vengono sottoposte una serie di domande riguardanti la natura delle ordinazioni che vengono più comunemente prese in carico dai bartender. Generalmente, le più importanti riguardano il Classico più spesso ordinato, la personale Top Three Bestseller e Top Five Bestseller di ogni bar e il distillato più servito ai propri clienti. I dati vengono infine incrociati e trasformati nella lista dei 50 drink più consumati al mondo.

 

Gli spirits più venduti

Ma prima di mostrarvi la Top Ten dei drink più ordinati a livello mondiale, vi sfidiamo ad indovinarli sulla base di un’altra classifica, quella degli spirits più venduti.

Ecco i dati:

  • I posto: Gin
  • II posto: Tequila
  • III posto: Rum
  • IV posto: Whiskey americano
  • V posto: Vodka

Il gin, dunque, si piazza al primo posto, per il nono anno consecutivo, ma con un trend in diminuzione: solo il 38% dei 100 locali presi come campione di analisi dichiara che si tratta del distillato best seller della propria proposta, contro il 45% del 2023 e il 57% del 2022. Il suo predominio è stato nel tempo eroso dal crescente successo del tequila (indicato come best seller dal 16% dei locali) e del rum (che per la prima volta dopo circa 5 anni, scalza il whiskey americano dall’ultimo gradino del podio). La vodka, invece, viene indicata come distillato più venduto dal 6% delle strutture prese in esame.

Avete fatto i vostri pronostici?

Bene, perché è giunto il momento di svelare i 10 drink più ordinati del 2024.

La classifica:

I drink più bevuti del 2024: 10° – 7° posizione

Al dedico posto si piazza il Moscow Mule.

In Drink Factory questo piazzamento non ci ha per nulla sorpreso. Da qualche anno, infatti, il drink è molto apprezzato da una grande percentuale della clientela, che nel suo sapore fresco, acidulo e dai sentori di zenzero, ritrovano una bevuta piacevole e poco impegnativa. Secondo la rivista Drinks International, il Moscow Mule compare nella Top 3 Classic nel 10% delle attività prese in esame e nella Top Ten del 23% di loro. Un drink ideato negli Stati Uniti nel 1941, reso famoso da una riuscitissima campagna di marketing basata su Guest night e foto scattate con la Polaroid e per cui Woody Allen è stato testimonial prestando la propria immagine su diverse riviste fra gli anni ’70 e ’80 del Novecento.

Al nono posto troviamo il Paloma.

Rispetto all’anno precedente, il drink ha guadagnato 4 posizioni, risalendo velocemente dalla tredicesima in cui stazionava da un un paio di anni. Il 5% dei locali analizzati lo definisco Top Classic (ovvero il classico più richiesto dalla propria clientela), mentre per il 30% rientra nella Top Ten delle ordinazioni. A fargli guadagnare un così ampio apprezzamento hanno contribuito sia la costante ascesa del tequila nelle preferenze dei consumatori, sia la sua struttura altamente personalizzabile – che può lasciare spazio all’ingresso del mezcal, alla riformulazione della soda al pompelmo rosa (industriale, home made o realizzata con spremuta di agrume e soda) o all’aggiunta di ingredienti quali il succo di lime, il sale e lo sciroppo di agave.

All’ottavo posto incontriamo l’Aperol Spritz.

Bassa gradazione alcolica, imprinting italiano e natura Instagrammabile hanno reso questo drink uno delle bevande miscelate più ricercate degli ultimi 10 anni. Le tendenze della moderazione nel consumo di alcolici e di sapori più delicati hanno condotto lo Spritz alla fama internazionale, tanto che viene indicato come Top Classic dal 3% dei locali esaminati e come elemento della Top Ten dal 36% di loro. La sua struttura ha inoltre portato ad alcune variazioni sul tema che rivitalizzano costantemente la popolarità del loro antenato comune, come nel caso dell’Hugo e del Limoncello Spritz.

Al settimo posto, il Dry Martini Cocktail.

Classe, eleganza, un’ordinazione che più che una bevuta è uno stile di vita e un sinonimo di sofisticatezza. La grande longevità del Martini sta nella sua capacità di evolversi simultaneamente all’evoluzione dei gusti della clientela. Il Martini, infatti, nasce come bevuta a base di vermouth dolce negli anni ’80 dell’Ottocento, per poi declinarsi in una ricetta più secca, con gin e vermouth dry, a partire dal primo decennio del ‘900. Drink amato da artisti, scrittori e star del cinema rimane, insieme alle sue numerosissime variazioni, l’emblema della bevanda miscelata per antonomasia.

I drink più bevuti del 2024: 6° – 4° posizione

Al sesto posto si piazza il Whiskey Sour.

Quanto il Martini Cocktail ha avuto la capacità di reinventarsi per venire incontro alle esigenze del mercato, tanto il Whiskey Sour è rimasto fedele alla sua struttura originaria senza mai praticamente scendere a compromessi. Succo di limone, zucchero e whiskey americano: così fin dal prima metà dell’Ottocento, per quanto le cronache ci raccontino. L’albume d’uovo è un’aggiunta che ha preso progressivamente piede a partire dagli anni ’20 del Novecento, quando Robert Vermeire inserì il consiglio di addizionare alla ricetta poche gocce dello schiumogeno per migliorare tutti i sour. Certo, la versione a base bourbon risulta ancora oggi la più famosa, ma nel corso degli anni numerosi Twist on Classic del Whiskey Sour hanno guadagnato un ampio spettro di estimatori: vi basti pensare al Gold Rush, al Penicillin o al più antico New York Sour, recentemente inserito nella codifica I.B.A.

Al quinto posto troviamo il Daiquiri.

Noi in Drink Factory abbiamo un’autentica passione per questo drink, tanto che lo trattiamo in maniera molto approfondita in due corsi specifici: Miscelazione Tropicale e Miscelazione Cubana. Anche il Daiquiri ha affascinato un nutrita schiera di personaggi famosi e del mondo dello spettacolo. Uno su tutti? Ernest Hemingway, che non perdeva mai occasione per andare a salutare (e per bere qualche Daiquiri) il suo amico bartender Constantino Ribailagua a El Florida di L’Avana, tanto che questi un giorno lo omaggiò con una ricetta di Daiquiri che ancora oggi porta il nome dello scrittore americano: l’Hemingway Daiquiri (o Papa Doble, dal soprannome “Papa” con cui tutti a Cuba chiamavano Ernest).

Succo di lime, zucchero e rum: la sacra trinità caraibica.

Al quarto posto si piazza l’Espresso Martini.

Il suo ideatore, Dick Bradsell, è di sicuro il bartender più rappresentato nella lista dei cocktail classici redatta da I.B.A.: al suo interno infatti, sempre di Dick, compaiono l’Espresso Martini, il Bramble e il Russian Spring Punch. Bradsell viene ricordato come una delle più influenti figure della miscelazione europea ed uno dei padri della Cocktail Renaissance iniziata negli anni 2000. Ideò il drink negli anni ’80, mentre prestava servizio alla Soho Brasserie di Londra: la leggenda racconta che ne elaborò la ricetta per una famosissima Top Model che si rivolse a lui chiedendogli qualcosa che “prima la svegliasse e poi la rincoglionisse”. L’identità della modella non venne mai resa pubblica, a differenza della ricetta dell’Espresso Martini, che unisce liquore al caffè, zucchero, vodka e caffè espresso in quello che dal 9% dei locali presi in esame viene venduto come Top Classic.

I drink più bevuti del 2024: 3° – 1° posizione

 

Il terzo posto se lo aggiudica il Margarita.

I numeri da qua in poi cominciano a farsi davvero impressionanti. Il Margarita viene indicato come Top Classic dall’8% del campione, mentre compare nella Top Five per il 65% dei 100 locali considerati. Niente male per questa semplice miscela di Tequila, succo di lime e liquore all’arancia. Per quanto non si sia ancora arrivati a definire con precisione in quali anni sia stato ideato (alcuni dicono in pieno Proibizionismo in un resort messicano; altri preferiscono delineare la sua nascita fra gli anni ’40 e ’50 del Novecento), sembra che sulla questione del nome si sia finalmente giunti ad un punto di incontro. La parola Margarita è la traduzione in lingua spagnola del termine statunitense daisy (“margherita”, per l’appunto): lo stesso termine veniva utilizzato sul finire dell’Ottocento per delineare una specifica sottofamiglia di Sour, secondo alcuni completati con una piccola quantità di soda, secondo altri con un liquore alla frutta in sostituzione del semplice zucchero.

Al secondo posto incontriamo l’Old Fashioned.

Per anni drink più ordinato al mondo, deve cedere il proprio posto ed accontentarsi “dell’argento” per il terzo anno di fila. Accontentarsi per modo di dire: nel 12% dei locali presi in esame compare come Top Classic, e stabilmente nella Top Three per il 65% del campione. Nonostante sia composto solo da whiskey statunitense, aromatic bitters e zucchero, la sua realizzazione permette un grande spettro di variabilità, giocata soprattutto sulla quantità di diluizione che il bartender decide di conferire al drink.

Al primo posto, il Negroni.

La mania sviluppata dall’unione di bitter, vermouth dolce rosso e gin da tre anni sembra non voler dare il minimo segno di cedimento: è stato votato come Top Classic dal 26% dei locali e nel 76% dei casi si piazza stabilmente nella Top Three. Non possiamo che esserne orgogliosi. Il Negroni, infatti, esattamente come lo Spritz, è fortemente legato al brand Italia e alla sua dolce vita, di cui l’aperitivo pare essere elemento imprescindibile. Insomma, sembra che gli italiani stiano insegnando al resto del mondo come godersi l’esistenza e come dare sempre più importanza ai concetti di socialità, amicizia e tempo libero. Curiosamente, la storia del drink che ci è sempre stata raccontanta non è però così prova di ombre come sembrerebbe. Ma qui il discorso si fa un pochino più lunghe rispetto allo spazio che ci resta a disposizione per questo articolo. Se sei interessato all’evoluzione del Negroni o all’elaborazione di originali Twist on Classic abbiamo solo un appuntamento da consigliarti: quello del corso di Miscelazione Avanzata, dove tecniche, storia, home made, Twist on Classic e abbinamenti originali vengono affrontati con la competenza che ci contraddistingue.

Per concludere:

Per quest’anno, sulla Top Ten dei drink più consumati al mondo è tutto.

Drink Factory resta a tua disposizione, sia per imparare come si preparano i classici che abbiamo visto in questo articolo (corso base di American Bar), sia con percorsi più specifici.

 





Andrea Dolcini

Classe ’84. Più volte corsista in Drink Factory. Vent’anni dietro il banco bar, oltre trenta sui libri. Dopo la laurea in Lettere capisce che l’insegnamento è la sua passione e nel 2015 comincia a tenere corsi per aspiranti bartender. Nel 2021 Mastellari lo teletrasporta a Bologna, per trasmettere ai nuovi studenti quanto imparato fra le pareti della Scuola. Scrive, tiene corsi, beve tè e ascolta le balene.